Sei bella anche con un numero in più

mercoledì 6 novembre 2019





Alcuni giorni fa, in negozio mi si avvicina una ragazza nei camerini e mi dice: “Posso chiederti un consiglio? Come mi sta questo vestito?”

Io la guardo, osservandola con discrezione e dico: “Bene! Te come te lo senti?” 

Lei comincia toccandosi la pancia, i fianchi, le cosce mentre dice: “Mi sembra un po' stretto, sono grassa, devo mettermi a dieta, devo dimagrire. Però mi piace tanto questo vestito. Ma non so se comprarlo.”



Le mostro altri capi, tanto per farsi un'idea 
diversa, ma lei si mostra – quasi decisa – a comprare quell'abito. Mostra molti tentennamenti, lo fa in modo alternato, fragile e dolce, come se fosse spinta da un desiderio costante ma che non può fare a meno di mangiarsi le unghie e di sentire che qualcosa di sbagliato in lei c'è per davvero.


Questa ragazza ha i fianchi sporgenti, una linea “non esatta” alla conformità di un prototipo di forme “perfette” che ci vogliono mostrare ogni giorno.
Metto tutto tra virgolette perché quello che ho cercato di far capire alla ragazza quel pomeriggio, non è stato quello di farla sentire sbagliata, non giusta. Ho cercato di farla ragionare, farle capire che non è una taglia che fa la persona; che tu sia grassa, magra, brutta, bella, le persone ci metteranno sempre l'avverbio “troppo” davanti. 


Perché sarai sempre troppo per qualcuno.


Questa ragazza ha detto che tutti la guardano, che il ragazzo con cui si sente, alla sua domanda: “Questo vestito mi ingrossa?” Lui le risponde di sì.


Accarezzandole il braccio le dico che anche se non la conosco, prima di tutto farebbe meglio a cambiare ragazzo piuttosto che la sua taglia, che la gente guarda, guarda sempre. Per le strade cammini e ti guarda, ti cade un oggetto e ti guarda, indossi un bel vestito e ti guarda, indossi un brutto vestito e ti guarda, ti trucchi troppo e ti guarda, ti trucchi troppo poco e ti guarda. E potrei andare avanti all'infinito, - tralasciando i brutti commenti che magari potrebbero fare.


La cosa che mi chiedo, è che questa ragazza guarda la taglia, guarda se gli altri la guardano, ascolta i commenti del suo ragazzo (cosa che spero che da quel giorno sia diventato un ex) quando questa ragazza non si accorge nemmeno di guardarsi allo specchio e notare che ha un viso bellissimo, un sorriso dolce e... l'altezza! 😊 (detto da una alta 164 cm). 

Mi ha fatto una gran tenerezza, da voler quasi abbracciarla. Fragile e piena di insicurezze mi ha ricordato tanto me, quando per una taglia in più mi facevo sempre dei grandi problemi, cruciali.

Il consiglio che le ho dato è stato quello di infischiarsene di tutto, di tutti, e di comprarlo perché era bello e perché piaceva a lei.

Ci ha pensato un po', gliel'ho messo da parte, dopodiché è tornata in negozio e l'ha comprato.






Non classificatevi come un numero che vedete sulla bilancia o sul cartellino appeso al vestito. Non ascoltate le cattive parole da chiunque, perché non vi vuole bene. Non fateci caso agli sguardi classificatori della gente, perché non vi conosce. Abbracciatevi. Perché quello che siete lo sapete già voi. Basterebbe guardare con un po' più di attenzione allo specchio.
 

Vi lascio con una bellissima poesia di Erin Hanson.

"Tu non sei i tuoi anni,
nè la taglia che indossi,
non sei il tuo peso
o il colore dei tuoi capelli. 
Non sei il tuo nome,
o le fossette sulle tue guance,
sei tutti i libri che hai letto, 
e tutte le parole che dici
sei la tua voce assonnata al mattino
e i sorrisi che provi a nascondere,
sei la dolcezza della tua risata
e ogni lacrima versata,
sei le canzoni urlate così forte,
quando sapevi di esser tutta sola,
sei anche i posti in cui sei stata
e il solo che davvero chiami casa,
sei tutto ciò in cui credi,
e le persone a cui vuoi bene,
sei le fotografie nella tua camera
e il futuro che dipingi.
Sei fatta di così tanta bellezza
ma forse tutto ciò ti sfugge
da quando hai deciso di esser
tutto quello che non sei."
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