RECENSIONE: LA RAGAZZA CON LE PAROLE IN TASCA DI ANNA DALTON

giovedì 6 febbraio 2020





 In seguito ad alcuni spoiler fatti tramite le mie IG stories, - ma credo che me lo perdonerete perché alcune cose non so tenermele per me - eccoci con una nuova recensione.
Dopo il grande successo del primo volume con il bestseller L’apprendista geniale, Anna Dalton ci delizia con il secondo capitolo delle avventure giornalistiche di Andrea, la protagonista de La ragazza con le parole in tasca“.
Il secondo anno al Longjoy College, una delle scuole di giornalismo più prestigiose al mondo, sta per iniziare e Andrea non riesce ancora a credere di aver avuto una simile opportunità.

Ma le cose non saranno semplici, ha una borsa di studio che deve mantenere a tutti i costi. Lei, così impacciata e introversa dovrà farsi valere, lei che è cresciuta con i libri come unici compagni, dovrà fare la cosa che sa fare meglio, scrivere.







Ma ora non è più sola ad affrontare tutto questo, ci sono i suoi amici: la cinica Marilyn, il dolce Andre, l’irrefrenabile Uno e, soprattutto, il misterioso Joker, che l’ha conquistata al primo sguardo. Ma non sempre è sufficiente. Andrea è bravissima nello studio, meno a difendersi dagli attacchi di chi vuole metterle i bastoni tra le ruote.

I problemi con Barbie saranno all’ordine del giorno. Diventerà impossibile trovare un punto d’incontro e andare d’accordo con chi ha intuito il suo talento. Ma per diventare una brava giornalista è necessario saper lavorare insieme agli altri, e questa mancanza di volontà potrebbe costare caro ad Andrea. La vita è fatta di scelte, e più si cresce più esse diventano difficili.


Avevo ragione io. Perché ci avevo messo il cuore e la testa come in tutte le cose che facevo. E non rimpiangevo niente. E fosse quel che fosse, anche se alla fine avessi dovuto lasciare tutto, avrei affrontato le conseguenze delle mie azioni a testa alta”.


Entrerà in scena anche Zen, il nuovo studente, così simile a lei e così affascinante da farle perdere per un attimo la rotta che la porta a Joker. Non importa se la scuola vuole imporle scelte che non condivide. Lei ha un obiettivo chiaro in mente, diventare una giornalista come sua madre. Nient'altro conta per lei.

Questo è l’aspetto più delicato del romanzo. La relazione che Andrea ha avuto con sua madre è qualcosa di incredibile e che la sprona ancora adesso. È davvero forte la presenza del loro legame, anche dopo anni dalla sua morte.


Anna Dalton torna con un seguito atteso, in una Venezia magica, ricca di saperi e antiche tradizioni, una storia che celebra la forza dei desideri, l'importanza dell'amicizia, la magia dell'amore e il valore delle proprie radici.
La trama mi ha affascinata subito nel leggere il romanzo; 361 pagine scorrevoli, dalla scrittura fresca e frizzante. Anna Dalton ha il dono di raccogliere i nostri pensieri, quelli che teniamo per noi, e non fa altro che trascriverli in modo perfetto su carta.
La storia di Andrea e i personaggi che la circondano vi incuriosiranno e sarete in buona compagnia.

In attesa del seguito, buttatevi in questa piacevole lettura senza alcuna esitazione.

Chissà se Andrea riuscirà a realizzare il suo sogno...

RECENSIONE: LA VITA BUGIARDA DEGLI ADULTI DI ELENA FERRANTE

venerdì 10 gennaio 2020



Un nuovo anno è ormai iniziato e oltre che farvi di nuovo gli auguri per un anno pieno di soddisfazioni e fortuna, vi offro una nuova recensione, la prima del 2020 - fa un po' strano dirlo in effetti.
Vi parlo del nuovo e attesissimo romanzo di Elena Ferrante “La vita bugiarda degli adulti”, uscito lo scorso novembre.
 
Il racconto parla di Giovanna, una ragazzina di tredici anni che, a causa di una brutta frase detta dal padre, comincia a interrogarsi sul suo aspetto e sul suo legame con la famiglia paterna, in particolare con la terribile Zia Vittoria a cui il padre fa riferimento.

Giovanna è una ragazza in piena pubertà, che di colpo si scopre piena di difetti, una ragazza che non ne può più di essere etichettata dalle decisioni dei genitori apparentemente perfetti e che cerca di costruire un’immagine di se stessa in cui riconoscersi.

Tra gli odi sussurrati e segreti nascosti, Giovanna vede la famiglia sgretolarsi come briciole di pane, mentre la curiosità legata a Zia Vittoria spinge Giovanna in istinti e decisioni discutibili, dove la ribellione prende il sopravvento. Essendo ancora una ragazzina, non sa come reagire alla distruzione delle sue certezze: si nasconde quindi dietro atteggiamenti che spesso rincorre per il solo piacere di sentirsi cattiva, crudele, simile a sua Zia Vittoria, simile a quei sentimenti che stanno sbocciando in lei.

Ma Giovanna è anche una bambina che scopre che i suoi genitori, per bene e innamorati, sono in realtà delle persone che mentono, che affogano nel proprio egoismo, che nascondono i propri errori dietro una facciata di buona educazione. Giovanna andando avanti cerca di mettere in ordine se stessa e i suoi pensieri, quando capisce la sola verità che sa di sapere: i genitori falliscono e, soprattutto, gli adulti mentono.

Andando avanti col romanzo i paragoni e la somiglianza con la quadrilogia de L'Amica Geniale, - sempre di Elena Ferrante - si scopre innegabile, anche se lo fa raccontando una storia del tutto nuova; proprio come la protagonista Elena, Giovanna è una ragazza educata e dedita allo studio, insicura e piena di domande. Anche Roberto, l'infatuazione avuta per l'uomo dalla mente brillante, mi ha ricordato Nino Sarratore, il ragazzo di cui Elena era perdutamente innamorata. Inoltre, richiama ancora una volta la Napoli bassa, quella violenta, e dei rioni fatti di polvere.

La Ferrante si è fatta strada tra le mie autrici preferite in assoluto. Proprio per il suo modo di scrivere schietto, crudo e banalmente perfetto. Dico banalmente perfetto perché ha la straordinaria capacità di far vivere il personaggio parlando e pensando in prima persona con una scrittura chiara, semplice ma precisa.
Vi porterà indietro nel tempo, ma soprattutto vi farà vivere l'empatia con il personaggio, quello di Giovanna. Una storia che assomiglia scommetto a quella di molte ragazze, forse perché ci siamo passate tutte in questa tragica fase: quella di conoscersi e riconoscersi, che poi in realtà non finisce mai.

Diretta trasmissione radiofonica - quando la disinformazione genera la peggior malattia

sabato 30 novembre 2019




Scrivo solamente quando ho qualcosa da dire. E questo articolo penso che debba avere tutta l'attenzione di cui ha bisogno. Da tutti, uomini e donne.



E' stato mandato in onda un intervento di una donna in una trasmissione radiofonica su Radio Globo, dove come ospite era presente Carmen Di Pietro, una showgirl italiana che penso ne avrete sentito parlare. Se così non fosse, tanto meglio per voi.

Ora, senza stare a fare troppi commenti sul suo conto, che può piacere o non piacere, per me valeva zero prima e zero rimane ora.



Con la signora in diretta è stato toccato un argomento importante, che potrebbe riguardare persone vicine a noi o direttamente in prima persona, come nel mio caso.

In questo spezzone, la showgirl insultava e prendeva in giro la donna che, in un dibattito cercava di spiegare il perché alcune volte, era costretta ad assentarsi dal lavoro e stare a casa per via dei forti dolori che aveva a causa dell'endometriosi (che ricordo, non sono i dolori normali del comune ciclo).

La signora Carmen ha cominciato a insultare la signora con modi inopportuni, accusandola di non essere donna, dandole della matta e sminuendo brutalmente quello che è la malattia.


QUI LA DIRETTA 📻

   
Vania Mento, la nostra voce e testimonial della Fondazione Italiana Endometriosi, ha avviato altre due dirette con Radio Globo e la signora Carmen Di Pietro, - che consiglio di andare a vedere perché ancora più terrificanti - cercando educatamente di spiegare la malattia nel modo più opportuno. Quando però l'ignoranza si fa le sue ragioni, urla, (o alza le mani) perché non può fare altrimenti per spiegarlo in altro modo, ed è quello che ha fatto la signora Carmen e i conduttori radiofonici di Radio Globo che hanno spiegato la loro versione dei fatti.

Sono ancora scioccata da tutto questo. Credetemi.
Per me è di nuovo una sconfitta. Ancora una volta è stata smentita, ancora una volta è stata messa in discussione ogni tipo di malattia.



Vorrei far capire che anche questa è una forma di violenza, che molte volte ferisce più di uno schiaffo preso in piena faccia. Ferisce 3 milioni di donne in Italia, ferisce 150 milioni di donne nel mondo, e non solo, ferisce le altre milioni di persone affette da patologie invalidanti.



Ma devo credere in qualche modo che tutto accada per un motivo, e se vogliamo trovare del buono in questo, almeno possiamo dire che nel migliore delle ipotesi ci stia facendo “pubblicità”. Quindi grazie.


Intanto le dirette radiofoniche vengono continuamente condivise attivando siti web importanti, giornali e il Senato della Repubblica.



Quindi vi chiedo un favore: CONDIVIDETE IL PIU' POSSIBILE! Perchè dove non c'è informazione, c'è ignoranza.



Perché l'endometriosi è una patologia cronica a cui non esiste cura. La speranza però, rimane sempre l'ultima a morire. La Fondazione e 150 milioni di donne combattono ogni giorno per questo, anche se è una sfida in salita, grande e alta come un muro.



Ma quello che vi posso assicurare invece, è che all'ignoranza non esiste nessuna cura.

 

I benefici del pilates - una disciplina per tutto il corpo

sabato 23 novembre 2019
Buongiorno!

Con questo tempo maledetto, tra alluvioni e catastrofi abbiamo bisogno un po' di relax. E nel caso, se qualcuno avesse da regalarmi una vacanza in un posto caldo, mi offro volentieri! 😆
Comunque bando alle ciance, come promesso vi posto - con un po' di ritardo – lo sport che secondo me aiuta molto riguardo l'endometriosi, (ma anche per i dolori alla schiena, dolori muscolari, lombari e così via).

Fare sport ad alta intensità, spesso, a quanto dicono riduce del 76% il rischio di sviluppare un endometrioma. E che l’attività fisica a intensità minore non ha lo stesso beneficio.
L'endometriosi, come alcune di voi già sapranno, ha sintomi come il dolore pelvico e la stanchezza cronica che spesso consente di praticare solo attività leggere. Così gli sport per endometriosi diventano yoga, pilates e camminata veloce.

Quello di cui voglio parlarvi è il pilates, che porta benefici a 360 gradi; migliora la postura, tonifica i muscoli, stabilizza e allinea il pavimento pelvico rafforzando le pelvi, allevia i dolori cervicali, migliora la circolazione, elasticizza, allunga, rinforza le articolazioni e libera dallo stress. Un vero e proprio toccasana!




Dopo solo tre mesi che lo praticavo in palestra - per 2/3 volte a settimana circa - ho avuto un grandissimo benessere, sia a livello fisico (anche in quanto a dolori) che mentale.
La cosa bella è che non necessita per forza di un costoso abbonamento annuale, ma si può fare comodamente a casa, magari accompagnando il tutto con della musica rilassante.

Vi lascio il tasto link associato al video You-Tube di Jessica Valant, una bravissima insegnante di Pilates.

Clicca qui 😉

Il video è in inglese e se non lo capite poco importa, perché quello che dovrete fare è ricreare questi esercizi. Tutto quello di cui avrete bisogno è un tappetino, abiti comodi e costanza.

Ogni esercizio deve essere ripetuto tra le 5 e le 10 volte in modo lento e preciso. Per cui se avete fretta piuttosto non fatelo.
 
L’inspirazione e l’espirazione sono molto importanti.

Ecco come Joseph descrive la disciplina inventata da lui: “Pochi movimenti ben programmati ed eseguiti con precisione in una sequenza bilanciata hanno lo stesso valore di ore e ore di contorsioni forzate e fatte in modo approssimativo”.


*Alcune cose da tenere a mente*
  • Il metodo si basa su questi elementi:

    - La respirazione: crea il legame tra il corpo e lo spirito. 

    - La concentrazione: è il principio “mind and body”, per cui i muscoli reagiscono meglio se la mente è concentrata.

    - Il centro: il centro del corpo (l'ombelico) ha un’importanza fondamentale. Saperlo controllare permette l’esecuzione dei movimenti in tutta sicurezza. 

    - Il controllo: l’obiettivo principale del pilates è di riuscire a controllare il movimento in modo tale da sviluppare la coordinazione. 

    - La precisione: durante l’esercizio, bisogna concentrarsi sui dettagli del movimento.

    - La fluidità: in ogni movimento, non si deve percepire l’inizio e la fine ma va eseguito con continuità.
Vi sono inoltre, alcuni attrezzi che potrete usare in questa disciplina, come l'elastico, la palla e il cerchio, utili per aiutarvi nella coordinazione e nella stabilità degli esercizi. Trovando il vostro benessere in 45/50 minuti. 😊

Lo pratico da un po' di tempo e ho amato questa disciplina fin dalla prima lezione, perché richiede lo stesso sforzo, la resistenza, della danza classica - da me molto amata.
Una disciplina che ormai non abbandono più.